mercoledì 21 novembre 2012

Introduzione del libro (quarta e ultima parte)

Distinguere, prediligere, selezionare, filtrare, optare, sono solo alcuni fra i sinonimi del verbo scegliere. E’ bene conoscerli e praticarli, nelle loro molteplici declinazioni, per la possibilità che ci danno di abitare il territorio della libertà.
Tuttavia, seppur la parola “reclusione” richiami in negativo una costrizione, non possiamo dimenticare quanto di buono possa invece contenere. Ci sono storie di eremitaggio, come quella di Marco Puchetti, che ha archiviato la laurea alla Bocconi e una carriera in azienda per chiudersi in un borgo abruzzese, vivendo secondo ritmi e bisogni più elementari. Ma, senza arrivare a scelte così estreme, possiamo accorgerci che per superare un periodo difficile o per far nascere cose nuove abbiamo bisogno di silenzio e di distanza. E un luogo protetto, chiuso, un luogo che abitiamo per nostro desiderio e non per volere altrui, può svolgere una funzione analoga a quella del liquido amniotico nel grembo materno: attutire gli urti e fornire nutrimento mentre la gestazione procede.

Bronnie Ware è un’infermiera australiana che assiste i malati terminali. Oltre ad alleviarne il dolore con i farmaci, li accompagna nel tratto finale della loro vita: quello dei bilanci autentici, quando fingere con sé stessi e gli altri è pressoché impossibile, e ciò che non è stato vissuto è marchiato dal fuoco dell’assenza. Ware ha raccolto numerose testimonianze ponendo sempre la stessa domanda: “C’è qualcosa che rimpiangi”? Poi, ha stilato una classifica e ha scritto il libro I cinque rimpianti più grandi di chi sta per morire. Fra questi c’è quello di aver lavorato troppo, di aver espresso poco i propri sentimenti, coltivato male le amicizie, e la felicità. Ma il rimpianto più grande è quello di non aver vissuto la vita in base alle proprie scelte, di essersi lasciati condizionare dalle aspettative altrui, chiudendosi in gabbie che la società considera inevitabili. Non aver osato dare una forma ai propri sogni. Andarsene senza esser prima diventati se stessi.


2 commenti:

  1. Sogni, aspettative, sentimenti, silenzio, amicizia, felicità, morte. La vita.
    Sono praticamente commossa. Complimenti!
    Francesca

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