lunedì 24 settembre 2012

Perché l’arte terapia alla Collina degli elfi




Sia i bambini malati di cancro in remissione di malattia, sia i loro familiari, avranno la possibilità di partecipare ai laboratori di arte terapia che si terranno all’interno della struttura. Perché che siano i padri, che siano le madri, che siano i fratelli di questi bambini, la situazione è quella di un gruppo di persone che sta facendo i conti con un evento difficile e doloroso. Un evento nel quale la parola morte è un’eco continua. La genitorialità è anche questo, è fare i conti con la possibilità che un figlio muoia prima di noi, ed è un ipotesi talmente terribile - eppure accade - che non esiste nome per definirla. Quando noi pronunciamo la parola orfano sappiamo esattamente a quale  mancanza stiamo dando nome, quando noi pronunciamo la parola vedovo sappiamo esattamente a quale lutto stiamo dando nome, ma la morte di un figlio non ha nome. Forse, l’urlo di Munch può rappresentare qualcosa di quell’abisso.

6 commenti:

  1. L'iniziativa è veramente bella e sono contenta che questo progetto continua a prendere piede!

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  2. E una "ola", per quegli volontari-specialisti che offrono il loro prezioso contributo!!!

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  3. Grazie Carolina e Gioia, a breve si parte, e condividerò qualcosa dell'esperienza, qui sul blog. E' incredibile il numero di persone che si sta dando da fare intorno a questo progetto. Per come è strutturato, è una realtà unica in Italia.

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  4. Sarò sincera: penso ci voglia coraggio anche a provare a dare un aiuto in certe situazioni... Quindi davvero grande stima per te e per l'intero progetto...

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  5. Adriana, grazie. Penso, e spero, che la lunga esperienza mi verrà in aiuto. Sono arrivata a un'età nella quale sento forte il dovere di restituire qualcosa di ciò che ho ricevuto. Anche se sono convinta che come tutte le forme di volontariato, fanno un gran bene a chi le compie, innanzitutto.

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