Sto girando da un po' intorno alle parole, ma nessuna di loro mi convince. Inutile fare programmi ora su quale forma prenderà questo blog. Lascio spazio all'immagine, che è stata scelta dall'editore, ma che ho sentito da subito calzante al libro. Questo sarà uno spazio nel quale racconterò com'è nato, gli incontri incredibili e preziosi con le donne che ho intervistato, i luoghi inconsueti nei quali sono approdata. Ma più che altro mi piacerebbe che anche questo blog diventasse un viaggio intenso come è stato La solitudine delle madri, e che insieme riflettessimo su quante gabbie, visibili e invisibili, ci complicano la vita. Eravamo partite dalla madre perfetta, quella mai stanca, né dubbiosa o ambivalente, e direi che abbiamo dato il nostro contributo a renderla più autentica, con le sue fragilità, e le sue giornate no. Ma la maternità è solo una parte della vita di una donna, esistono molte altre aree nelle quali il rischio di gabbie e reclusioni è alto. Ne parliamo?
prima :-)
RispondiEliminaNon vedevo l'ora che questo spazio virtuale accogliesse il suo primo post. Il tema della maternità, soprattutto in rete, è ormai molto discusso, quindi ben vengano riflessioni sull'argomento della reclusione, ben più inesplorato. Per quanto mi riguarda, in questi giorni sto bene solo quando sono reclusa nell'ufficio con l'aria condizionata :-D
RispondiEliminaIn bocca al lupo per questa nuova avventura blogghesca!
Benvenute!
RispondiEliminaAdriana: vuoi provare, per questo secondo blog, almeno qui, a darmi del tu? Dai!!
Eh, eh, giusto... ok, ci (ri)provo! :-D
EliminaGrazie Marilde...adesso sono con te anche qui :)
RispondiEliminaL'immagine della donna alla finestra mi fa pensare a tutte le volte in cui ho assistito alla mia vita come spettatrice. Ora mi piacerebbe diventarne protagonista.
RispondiEliminaBlog interessante, complimenti Marilde.
Iris C.
Iris: grazie e... allora dai! buon viaggio da protagonista, che è l'unico che modo di vivere davvero.
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